In questo post suggerisco alcune istruzioni operative corrette, relative alle manovre più frequenti eseguite da operatori sanitari, famigliari e volontari che assistono persone non autosufficienti. Attenendosi a queste istruzioni si abbassa notevolmente il rischio ed aumenta il livello di qualità della prestazione, in quanto comportano molta attenzione verso il paziente ed uno speciale riguardo per se stessi come operatori.
Criteri di valutazione per la scelta della metodologia operativa.
Obiettivo della movimentazione:
- riabilitativo-educativo: privilegerà una tecnica che stimoli il paziente ad essere quanto più autonomo possibile;
- preventivo: rispetto alle complicanze derivanti dall'immobilità (lesioni da decubito, retrazioni tendinee, sindrome da immobilizzazione);
- esecutivo: per permettere l'esecuzione di un'azione infermieristica (igiene, terapia iniettiva, ecc..).
Variabili da valutare.
Metodo di valutazione del paziente:
- indiretto: attraverso la consultazione della documentazione di reparto: diario clinico, cartella infermieristica e medica, consegne o schede di valutazione;
- diretto: attraverso l'apposita richiesta di atti di collaborazione semplici per sondare la qualità delle risposte che il paziente è in grado di produrre.
Tipologia di paziente:
- collaborante
- parzialmente collaborante
- non collaborante.
Tipo di dipendenza:
verificare il livello di dipendenza del paziente in esame, che può essere: funzionale-cognitiva-appresa-naturale.
Dipendenza funzionale:
- da paralisi: tetraplegia, paraplegia, emiplegia, monoparesi;
- da blocchi articolari: artrosici, da retrazione tendinea, da P.O.A. ossificazione delle parti molli, presenza di busti o tutori;
- da divieto di carico: dopo fratture, inserimento protesi, ecc..;
- da presenza di ipertono: in questo caso viene richiesto al paziente di non eseguire movimenti che richiedono uno sforzo intenso;
- da presenza di dolore: nei pazienti chirurgici, artrosici, artritici, ecc..
Dipendenza cognitiva:
- da deficit della comunicazione: sordità, afasia (spesso l'afasico oltre a non parlare ha difficoltà a comprendere e non può leggere, nè scrivere), lingua madre;
- da deficit della comprensione: il paziente può essere confuso (disorientato nel tempo e nello spazio), affetto da demenza, acritico ( più pericoloso per l'eventualità di incidenti perchè in genere iperattivo, ma del tutto inadeguato a valutare le proprie capacità in modo obiettivo);
- da coma: nessun canale di comunicazione utilizzabile, apparenza, con il paziente. In ogni caso mantenere attivo il piano della comunicazione, come se questi fosse presente ed operare in maniera sostitutiva nella movimentazione;
- da paura: in questo caso bisogna tenere presente che il contatto con il paziente può dar luogo a reazioni diverse da quelle richieste: improvvise e non di rado aggressive; in genere comunque rischiose per l'operatore e per il paziente stesso.
Dipendenza appresa:
- abitudine alla dipendenza: dovuta ad eccesso di interventi totalmente sostitutivi da parte dei aprenti (in particolare quelli più sensibili che non riescono a sottrarsi ad alcun tipo di richiesta;
- da percezione negativa delle proprie capacità: depressione, negativismo nelle comunicazioni.
Dipendenza naturale:
- bambini fino ai 3-5 anni.
Valutazione dell'operatore:
- capacità fisiche: forza muscolare, assenza o presenza di patologie;
- capacità di relazione con i pazienti: patologia psichiatrica, confusione mentale, deficit di comunicazione (ad esempio con estranei o gli afasici);
- capacità professionale: analisi delle competenze con eventuale coinvolgimento di altre figure professionali; livello di formazione.
Valutazione della struttura:
- presenza o meno di spazio sufficiente per eseguire correttamente le manovre richieste;
- presenza di barriere architettoniche.
Scelta della tecnica.
Valutazione del tipo di approccio al paziente:
- totalmente sostitutivo: -manuale: valutazione della necessità/disponibiltà di aiuto da parte di altri operatori; -con l'uso di ausili ove presenti;
- di parziale supporto riabilitativo-educativo: si priviligerà una tecnica che stimoli il malto ad essere quanto più possibile autonomo (è previsto il coinvolgimento dei famigliari);
- misto.
Caratteristiche della tecnica:
- appropriatezza rispetto all'obiettivo;
- aderenza a linee guida aziendali o protocolli e istruzioni operative di reparto;
- semplicità e velocità di esecuzione;
- successo in sicurezza;
- partecipazione del paziente (auto-care, soddisfazione personale);
- minore sforzo possibile (sia per il paziente che per gli operatori).
Controllo e valutazione dei risultati:
- economicità: tempo, risorse, personale;
- sicurezza: del paziente e dell'operatore;
- vissuto del paziente: verificare l'accettazione e l'adesione da parte del paziente alla tecnica proposta.
Regole fondamentali.
Comunicazione con il paziente per ottenere la collaborazione:
- non avere atteggiamenti dubbiosi, insicuri;
- non mostrarsi ansiosi;
- non essere autoritari ma autorevoli;
- se si agisce in coppia, non si devono evidenziare contrasti o contraddizioni, il più esperto e formato dei due assume il controllo cell'azione e delle comunicazioni.
Ergonomia:
predisporre al meglio l'ambiente prima di ogni attività:
- liberare uno spazio sufficiente, tenendo conto del paziente, degli operatori e degli ausili necessari;
- disporre a portata di mano tutto il materiale necessario.
Attenzione all'imprevisto:
il paziente può:
- non comprendere le istruzioni;
- non volerle eseguire;
- scivolare;
- provare un dolore improvviso;
- avere una reazione di panico;
- avere una contrazione involontaria;
- avere un malore (ipotensione);
- suscitare reazioni di tipo auto-protettivo nell'operatore;
- avere problemi igienici (perdita improvvisa di urina o feci, vomito, catarro,saliva);
- avere una risposta anomala al dolore (paziente che si aggrappa disperatamente, diventa violento).
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